Lube Banca Marche Macerata

Lube Banca Marche Macerata

martedì 27 novembre 2012

Brutta serata

Mi ero riproposta di scrivere su questo blog solo di cose riguardanti la Lube.
In effetti mi sono accorta che quando ami una cosa così tanto, è difficile che qualche aspetto della tua vita non sia poi attaccato a quella cosa.
Ho fatto un giro di parole orrendo. Ma spero che la sostanza ci sia.
Stasera è una brutta sera. Il mio essere costantemente influenzata dal tempo, vivendo in una città in cui c'è perennemente la nebbia, la pioggia e in cui raramente splende il sole, mi rende a volte molto malinconica.
Una di quelle malinconie alquanto brutte in realtà.
Di quelle che alla fine si mette su Adele con Someone Like You e la si lascia a ripetizione fino a che la tristezza non ti fa neanche alzare la testa dal cuscino.
Di quelle che ti fanno scrivere cose melense su twitter, di quelle che ti fanno scrivere di cose ancora più tristi, di quelle che tirano fuori ricordi tristi.
Tanto tristi.
E allora a quel punto, su quel baratro grigio, scuro, senza fine, mi chiedo sempre cosa può farmi sorridere.
Cosa può impedirmi di andare a letto triste e di svegliarmi anche peggio.
Io lo so cosa mi rende felice.
Almeno una felicità apparente, che ovviamente non sostituisce tutto ciò che manca nella mia vita e manca tanto in questa vita.
Diciamolo, in fondo bisogna avere coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni.
Il mio pensiero felice è Dragan Travica.
Sembra stupido.
Neanche lo conosco.
Non so come beve il caffè al mattino.
Non so tante cose di lui e probabilmente mai le scoprirò.
So solo che è un grande giocatore, un ragazzo dal sorriso che risplende, che illumina il campo.
Che ogni tanto fa felici noi, non mi piace il termine fan né quello di ammiratrice, noi che lo seguiamo e che lo apprezziamo, scrivendo qualche blog, donando un piccolo pezzo di sé.
E forse neanche sa quando quel piccolissimo pezzetto di sé vuol dire per noi, per me.
O forse lo sa.
Ma dubito che lo sappia fino in fondo.
E' difficile da spiegare, ma quando qualcuno vi fa nascere un sorriso, anche uno solo, merita almeno di essere pensato una volta al giorno.
Cercare poi di restituire quel sorriso sarebbe ancora meglio.
Ma io non mi aspetto così tanto.
In realtà sto scrivendo tutto questo per far uscire da me tutta questa malinconia, cercando disperatamente quel sorriso che il Drago mi fa sempre nascere sulle labbra.
Che un giorno poi sia possibile restituirgliene uno, non lo so se sarà mai possibile, ma io ci spero.
Magari un giorno gli capiterà di leggere questo post e di sorridere.
E anche se non potrò vedere quel sorriso, sarò contenta.
E se non capiterà mai, pazienza.
Ma intanto il solo pensare a lui mi ha fatto stare meglio.
Pensate quello che volete.
I don't really care.

lunedì 26 novembre 2012

Insonnia: parliamo di cose futili e leggere

Da quando ho più o meno dieci anni soffro di insonnia.
Il che da un lato mi ha reso un animale fondamentalmente notturno e d'altro lato mi permette di produrre di notte un sacco di cose interessanti.
Perchè la notte passa il sonno ma arriva l'ispirazione. E quindi molto di quello che ho scritto o fatto è stato grazie all'insonnia. Perchè sto sproloquiando in questo modo e a quest'ora?
Beh naturale. Ho pensato di scrivere un nuovo blog, perchè da ieri sera mi girano in testa certe idee.
Partiamo da lontano: vi ricordate la rete del drago? Il blog che non quotidianamente ma abbastanza di frequente tiene Dragan Travica? Come ogni lunedì il Drago ci ha scritto e io sono rimasta imbalsamata davanti al computer.
Non per il blog in sè ma per la frase finale che è veramente splendida:
Sono in macchina ed è meglio mettere il telefono in tasca. Se la mamma lo sa, si arrabbia! 
D'improvviso gli occhi mi sono diventati luccicosi e a cuoricino tipo cartone animato (farò di tutto per trovare un'immagine adatta per farvi capire..)

(il che è più o meno la stessa reazione che ho avuto quando ho visto Dragan entrare nel palasport a Verona, sono Eve ma chiamatemi Usagi). 
Quanta tenerezza c'è in una frase così? Quanta dolcezza? Quanta spontaneità? Premetto che quello di Drago non è il solo blog che leggo. Però posso dire in tutta tranquillità che il suo è in assoluto il più sincero, quello che scrive è quello che realmente pensa senza nascondersi dietro giri alquanto fascinosi di parole ma che alla fin fine non contengono nulla. 
Dovete sapere che c'è una ragazza, che io chiamo Lucy ma che si chiama Luana, che condivide con me la passione per Drago e ieri, mentre stavamo commentando l'ultimo post, ci è venuta quella che secondo me è la più calzante definizione di tutte. 
E' andata così: 
L'ANIMA DI UN BAMBINO RACCHIUSO IN DUE METRI DI DIO GRECO. 
No dico questo è quello che riusciamo a coniare insieme io e Lucy. 
E un giorno ci scriverò un intero libro. Perchè francamente siamo davvero troppo spassose quando partiamo in quarta XD 
Lucy questo è per te! 

domenica 25 novembre 2012

Verona-Lube: Guerrieri!

Il cuore mi batte all'impazzata anche in treno. Cerco di tenerlo sotto controllo con un po' di musica, ma non riesco a non pensare che di lì a qualche ora avrei finalmente visto la mia Lube dal vivo.
Quando arrivo a Verona il cielo è offuscato dalle nuvole, ma nulla mi impedisce di sorridere, sorridere come ho fatto poche volte nella vita, mentre mi avvio al Palasport (il che è stato alquanto difficile, visto che come al solito mi sono persa XD).
Ma alla fine eccolo: il palazzetto dello sport dove tutto avverrà. Ritiro il mio biglietto, lo metto in tasca al sicuro e mi metto silenziosamente in fila per entrare, anche se le porte non sono ancora aperte.
Penso che manca davvero poco e poi potrò davvero vedere dal vivo i miei guerrieri: niente schermi freddi che ci dividono, niente commentatori che interrompono il mio tifo.
Finalmente ci fanno entrare e riesco a trovare un posto splendido: prima fila, praticamente sono in campo e il cuore comincia a battere ancora di più quando vedo dall'altra parte del campo il marchio della Lube e gli asciugamani con i numeri de giocatori.
Vedo il numero 13 (anche se gli occhiali sob sono rimasti a casa) e mi viene da sorridere felice.
Se leggete il mio blog sapete che ho una passione smisurata per Dragan Travica.
Quindi anche solo vedere il suo numero sull'asciugamano mi emoziona.
Pensate allora a quanto fossi emozionata quando finalmente i miei guerrieri entrano in campo.
Giacca della tuta rossa e un atteggiamento da leoni.

Io urlo tanto che la voce mi va quasi via dopo soli cinque minuti. 
Averli lì a pochi metri... Sarebbe da saltare quella transenna e dirgli sentite ragazzi siete grandi posso abbracciarvi tutti? 
Un po' di allenamento prima della prima, meglio scaldarsi, perchè sarà dura, come ha detto il Coach Giuliani: sarà una partita dura. 



E si inizia.... 
La partita è stata BELLISSIMA. 
Certo mi ha fatto arrabbiare. Zaytsev è stato molto impreciso (ma gli si perdona tutto allo Zar, anche questo, visto che fino ad adesso a causa degli infortuni di Savani e Kovar, ha avuto un grandissimo peso sulle spalle che difficilmente può dividere). Anche Travica, il mio Dragan, era un po' discontinuo, infatti nei primi due set la partita si mette male. 
Verona vince due a zero, ma la Lube è una grande squadra anche per questo. 
Giuliani riprende i suoi ragazzi, che non mollano, dovessero stare lì fino a notte, non lasceranno a Verona nessun altro set. 
E si rialzano. Sulle ginocchia sbucciate dai due set persi, la Lube si rialza, vince il terzo set e da un po' di speranza a noi in maglietta rossa. Del resto non a caso uno degli slogan più cantati dai tifosi biancorossi (e mi ci metto dentro eh) è LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI. 
Non molla davvero mai. Questi leoni si rialzano e si prendono quello che gli spetta. 
Al tie break la Lube vola e vince 15 a 9. 
E' una festa. Di emozioni, di grandi emozioni che ogni giorni questi ragazzi ci lasciano. Da Zaytsev che quando vuole in campo non ha davvero rivali e piazza delle palle assurde persino da concepire (io c'ero, l'ho visto, ora so che lo Zar esiste davvero e che è davvero un grande giocatore!) a Parodi che silenziosamente e timidamente entra in campo e lascia il segno senza neanche fiatare, a Marco Podrascanin alto, dinoccolato, ma che in questa partita ha di sicuro fatto il suo dovere e anche di più, a Dragan Travica che lasciatemelo dire, è davvero un grande leader. 
Non è semplice uscire, sedersi su una panchina quando la maggior parte dei minuti di solito li passi in partita. 
Ma un grande giocatore si distingue anche per quello: Drago non ha mai mollato, ha sempre incitato i suoi ragazzi, ha tifato con noi, ha dato il cuore. 
Quello non lo risparmia mai. 
Nessuno dei nostri lo risparmia mai. 
E' per questo che la Lube è la Lube. 
E' questione di cuore, di anima, questione di passione. Questione di ragazzi che non mollano mai, che stringono i denti e si rialzano, questione di persone che gli stanno attorno che non tifano solo una squadra: tutta la voce che tiriamo fuori è per loro, per fargli capire non siete da soli sul campo. 
Insomma una serata magica, unica, che spero si possa ripetere presto (punto a Cuneo e spero di riuscirci!) 
Ma anche se dovessi guardare per tanto tempo la mia Lube dallo schermo della mia tv, il mio cuore batterà sempre all'unisono con i miei guerrieri. 




sabato 24 novembre 2012

Altre riflessioni (che hanno però necessità di essere esternate)

E' passata ormai una settimana dalla famigerata partita Trento-Lube.
Lunedì ho cercato di trovare le parole per parlarne, ma forse ero ancora troppo arrabbiata, troppo amareggiata e non sono riuscita ad andare oltre alla quinta riga.
Adesso invece è giusto che io cerchi di parlarne. E' giusto per me, perchè tenermi tutto dentro non mi piace, ed è giusto per la Lube.
In cinque set sono passata dai più vari stati umorali mai esistiti.
Felicità, amarezza, tristezza, arrabbiatura all'ennesima potenza, insomma fate voi.
La Lube capolista imbattuta si è presentata a Trento piena di speranza e noi tutti ci abbiamo sperato fino all'ultimo secondo. Ma non è una partita che mi sono goduta fino alla fine.
L'amarezza ha condito tutto, sempre e comunque, anche quando i miei guerrieri si sono rialzati e hanno conquistato i loro due set, quando ormai tutti credevano che si sarebbe andati al 3 a 0.
E non è stato il gioco in sè che mi ha lasciato una profonda amarezza.
Le due squadre hanno fatto quello che dovevano: hanno combattuto e se la sono giocata davvero bene.
No, sono stati gli striscioni appesi al palazzetto dello sport di Trento che mi hanno lasciato una profonda amarezza.
Un sacco di persone hanno detto la loro in questi giorni. Tifosi, della Lube e del Trento, non tifosi, allenatori, giornalisti e giocatori.
Mi permetto di prendermi un minimo spazio anche io per dire la mia, per poi chiudere questa faccenda e lasciare che siano le squadre il 10 febbraio a chiuderla definitivamente.
Premetto subito una cosa: non ce l'ho con Juantorena.
Lo premetto perchè quello che dirò potrebbe essere visto come un parere negativo su Osmany. No, davvero, non ce l'ho con qui. Per quanto potrei commentare quella battuta alla coreana (e i miei commenti non sarebbero diversi da quello che ha detto Dragan Travica poco dopo, personalmente me la sarei presa, ma la cosa sarebbe finita lì).
Non lo dico per difendere il Drago. La penso così, ma c'è gente che la pensa in modo diverso e il mondo è bello perchè vario (e siamo riusciti anche a inserire quella che a prima vista sembrerebbe la frase fatta del giorno, ma che sento davvero).
Però ci sono delle cose che vanno chiarite: la prima è stata chiarita dal diretto interessato di uno degli striscioni, sempre Dragan Travica, che sulla sua rubrica ha risposto così:

Avrebbe dovuto essere spettacolo e spettacolo è stato. Trento micidiale all’inizio, poi noi, che risorgiamo come la fenice, infine il tiebreak vinto dai padroni di casa. In campo si è visto grande sport.
Pongo l’attenzione sullo striscione chilometrico esposto al gremito PalaTrento che credo molti abbiano visto. Non lo riporto per intero perché non vorrei commettere errori, non me lo ricordo con precisione, e non voglio nemmeno rispondere. Per ora. Verrà il momento giusto. Però, lascio un piccolo – ma enorme – appunto per chi vuole sapere la verità. Una millimetrica parte della verità. Io non sono stato “naturalizzato nel 2004″, come recitava lo striscione: ho indossato per la prima volta la maglia azzurra nella selezione pre juniores della Nazionale italiana di pallavolo all’età di 15 anni!!! Inoltre,  non ho mai, ripeto mai, avanzato richiesta a chissà quale organo giuridico per diventare cittadino italiano. Sulla questione verrà fatta luce, come dicevo sopra, al momento giusto, se mai ci sarà. Step by step!
L’Italia è un Paese democratico e chiunque ha il diritto di avere un’opinione; secondo me, addirittura, spesso dovrebbe sentirne il dovere! Ovviamente, sempre  espressa con educazione.
Concludo con la cosa più importante: sono fiero della squadra, della Lube e soprattutto del comportamento e della sportività che ha dimostrato in campo… e fuori. Un grande team (e non parlo di chi la domenica indossa maglietta e pantaloncini) si vede soprattutto in queste situazioni e noi, lo dico con grande egoismo, lo siamo.

Alla sua risposta non credo di dover aggiungere nulla. In realtà sì, ma veramente poco.
Per quanto si possa non essere d'accordo con quello che qualcuno pensa, almeno prima di scrivere uno striscione (soprattutto se indirizzato in maniera negativa) bisognerebbe, forse, informarsi bene.
E se l'intento era quello di sottolineare che italiani si può anche diventare e non per questo non si può portare la maglia azzurra, almeno informatevi meglio su chi italiano lo è diventato quando ancora era piccolo e non ha mai portato altra maglia se non quella azzurra (per non parlare di naturalizzazioni avvenute addirittura nel 2008 per chi, come lo Zar è nato sì da genitori russi, ma ha i natali a Spoleto, e non ha mai neanche lui portato altra maglia se non quella azzurra).
La questione Juantorena è altra faccenda. C'è chi dice si in nazionale, chi no, chi per una ragione chi per un'altra, entrambi comunque validi motivi.
Ma non per questo si deve scrivere uno striscione chilometrico contro qualcuno. Distinguiamoci. Sostenete la vostra squadra, perchè non scrivere uno striscione per avere Juantorena in nazionale invece che sottolineare quanto la nostra nazionale abbia in effetti alcuni giocatori che non hanno natali italiani (il che tra l'altro è splendido segno di integrazione)?
Per non parlare poi del tocco di classe finale: DALLA NAZIONALE A MACERATA PARLA PURE LA FIDANZATA.
Ora, capisco, può aver dato fastidio il battibecco che Ashling, la fidanzata di Ivan Zaytsev, ha avuto con Juantorena. Ma a me sembra sia perfettamente leggittimo. Non difendereste voi il vostro fidanzato?
Io lo farei. Non solo lo difenderei, ma ci terrei a dire la mia.

La frase che ho sentito più spesso in questi giorni, soprattutto nei confronti di Drago, è stata MA PENSASSE A GIOCARE, CHE SOLO QUELLO DEVE FARE.
Ora, a voi tutti, io credo sia non solo legittimo, ma doveroso rispondere quando una tifoseria apostrofa qualcuno. Quel qualcuno non ha forse diritto di replica?
E quand'anche non fosse stato apostrofato (com'è avvenuto in passato per la coreana e i commenti di Dragan) non ha forse esso il diritto di dire come la pensa? E' un paese libero, democratico, almeno le ultime voci sussurravano così, in cui fortunatamente ci sono ancora canali per esprimere un libero pensiero.
E anche se il lavoro di Dragan non è quello di scrivere, fortunatamente possiede abbastanza materia cerebrale da farlo, e permettetemi lo fa anche molto bene.
E indipendentemente dal lavoro che fa, se un giorno vuole mettersi al computer e scrivere cosa pensa di qualsiasi cosa, ha il diritto di farlo, senza che nessuno abbia invece il diritto di insultarlo dicendogli che deve solo pensare a giocare.
Allora chiunque di noi che non sia scrittore o giornalista non avrebbe voce su ciò che accade nel mondo.
Fortunatamente oggi tutti collegandosi a internet possono dire la loro e scrivere fiumi di parole su ogni più piccolo fatto.
E tra noi c'è anche lui, c'è anche Dragan.
E se vorrà sarà ben accetto anche Ivan, perchè no?
Che la faccenda adesso si chiuda. Che le fazioni si ritirino e pensino alla propria squadra, ricordando però il contesto, il libero mondo in cui vivono in cui TUTTI hanno diritto di replica.
Ma non di offesa.

(Un piccolo ps. Mi sono permessa di scrivere tutto questo a Dragan qualche giorno fa sottolineando come farò adesso che in qualsiasi caso lui non deve spiegazioni a nessuno. Ha già dato prova di sè a Londra e ha portato con i suoi compagni a casa un bronzo di tutto rispetto. Come mai lì nessuno si è lamentato?)
Eve Polemica

Riflessioni pre partita!

E' sabato mattina. Milano è ancora addormentata, immersa nel grigio torpore del sabato.
Quasi tutti dormono. Il mio cagnone ronfa tranquillo di fianco al mio letto, anche stanotte non è riuscito a spodestarmi dal mio posto e dormire sul materasso.
E non è che non ci abbia provato.
Alla fine si è arresa e si è messa giù tranquilla, probabilmente pensando appena esci riprendo ciò che è mio.
La domenica è la mia compagna di gioco: quando mi metto a guardare la partita si sdraia accanto a me sul lettone di mia madre (visto che lo schermo in salotto è occupato dal genitore che guarda partite, commenti post partita, commenti pre posticipo etcetera XD) e sta lì, in attesa.
Ogni tanto sussulta quando urlo. Mi guarda come per dire cos'hai da gridare? Tanto non ti possono sentire! E si rimette giù.
Io non riesco a dormire.
Domani pomeriggio prenderò il treno e andrò fino a Verona e per la prima volta, dal vivo, vedrò la mia Lube. E' strano come un amore del genere possa nascere in un lasso così breve di tempo. Eppure è stato così. Mi ha preso il cuore, l'anima, il cervello.
Per la prima volta nella mia vita la mattina assieme a Repubblica compro la Gazzetta dello Sport.
E la leggo avidamente, ingoiando ogni parola.
Sulla pagina dedicata alla pallavolo. Ovviamente. Una sola pagina, in fondo alla Gazzetta dopo una trentina di pagine piene di sproloqui sul calcio.
Il calcio ha rotto.
Come si può in una sola pagina parlare di due partite (quando va bene) o addirittura di tutta la domenica di campionato? Come si può?
A volte gli articoli sono così striminziti che sono quasi indecenti.
Pochi cenni, pochi nomi, mentre invece ce ne sarebbe da scrivere.
Il bello è che recentemente in tre giorni ho trovato tre articoli sulla Lube (e addirittura due foto dello Zar e una del Drago, MIRACOLO!), ma non è sufficiente.
Siamo uno stato troppo attaccato al calcio, troppo attaccato a tifoserie violente (e come si è visto negli ultimi giorni razziste), troppo attaccato a giri di soldi esorbitanti, insulti a chi in questi tempi affronta la crisi con 800 euro al mese. E si sbatte mille volte più di un giocatore di calcio, che tra un allenamento e l'altro trova il tempo non solo di fare lampade e cerette varie, per non parlare di varie pettinature (e poi parlano della cresta dello Zar, ma non c'è paragone cavolo!) davvero orrorifiche, o di tutte le foto che riescono a far pubblicare insieme a varie starlette dalla reputazione alquanto dubbia.
Il calcio sta morendo. E' in agonia e la gente non capisce quanto gli altri sport siano belli.
Non parliamo della pallavolo? Parliamo del basket.
Tifo Olimpia, tifo seriamente Olimpia da quasi cinque anni e anche se sta andando male è la mia squadra.
Perchè è così sottovalutato qui in Italia uno sport del genere, quando in America per esempio le vere star dello sport sono proprio i giocatori di NBA? D'accordo, è un modo diverso di giocare a basket.
Ma sempre basket è.
Perchè non può esserci equilibrio? Perchè ci sono trenta canali per il calcio e noi amanti della pallavolo dobbiamo ogni domenica fare gli scongiuri affinchè la nostra squadra venga mostrata? Perchè tutti gli altri sport devono condividersi UN SOLO CANALE?
Che forse loro non sudano?
Non si allenano duramente come fanno i signori calciatori? (A me sembra di sì, ma a differenza di questi signori non vanno in giro in macchine da miliardari e non provocano risse a ogni partita)
Non si sbattono per la loro squadra?
Sul muro di camera mia campeggiano una quantità infinita di foto.
Recentemente ho deciso di dedicare ai miei fantastici quattro un lato intero del muro (staccando per loro persino la locandina del Ritorno dello Jedi, Nerd time XD).
C'è una foto dello zar Ivan Zaytsev durante una partita. Guarda in basso, prima di battere presumo, e delle piccole gocce di sudore scivolano sul suo viso, senza deconcentrarlo.
Perchè loro dovrebbero contare meno?
Scusate lo sfogo.
In realtà quello che non sopporto è la cattiveria che pervade la gente quando parla di calcio. Mentre ho notato negli ultimi tempi come si possa benissimo discutere di pallavolo con grande civiltà, da parte dei giocatori, degli allenatori e dei tifosi. E' solo sport.
No, non è SOLO sport.
E' un grande sport.
Per non parlare della difficoltà di reperire i biglietti.
Tutto viene reso più difficile, ma non per questo mi perdo d'animo.
So che sarò a Cuneo il 9 a vedere la mia Lube.
E so che andrò ancora più lontano il 10 febbraio per tifare i miei ragazzi contro il Trento.
E mentre cerco di combattere il sonno con il mio buonissimo caffè mattutino, aspettando con ansia domani, il mio cane continua a dormire. Con un occhio aperto però.
Perchè magari riesce a beccarsi uno dei biscotti che sto pucciando nel caffè.
Chissà, magari, la fortuna.

mercoledì 21 novembre 2012

Lube-Unterhaching 3-0

La scena è questa: io con in mano il mondo (e per mondo intendo borsa, macchina fotografica, iphone, sigarette, accendino) il tutto cercando di mandare giù un boccone prima di uscire, giusto per non cadere svenuta a metà del concerto.
Il mio computer è ovviamente acceso, sul sito di streaming e stanno facendo vedere Lube-Unterhaching. Un secondo guardo lì poi guardo l'ora, guardo un'azione, esulto e riguardo l'ora. Mi incazzo, urlo al computer come se per una sorta di gioco di prestigio potesse davvero comunicare ai giocatori quello che sto dicendo e riguardo l'ora.
Alla fine devo arrendermi. Dovrò lasciare la partita, uscire e fare il mio dovere. Guardando l'ultima azione di Travica (tesoro  <3), zampetto sperando che le All Star entrino senza doverle slacciare. Entrano, tutto e pronto, tengo il respiro per la battuta del Drago.. ma sbaglia.
Pazienza, tesoro, con tutti i punti che ci hai donato, stasera potevi anche presentarti in pigiama, fidati.
Quando torno a casa sono più o meno le due. Purtroppo so già il risultato della partita.
Purtroppo beh... ABBIAMO VINTO!
La Lube schiaccia l'Unterhaching ed è a un punto dalla matematica qualificazione per il prossimo round. Una robetta da niente.
Però decido di mettermi comunque davanti alla partita. Voglio vederla, voglio gustarmela, capire.
Il primo set è un disastro.
Facciamo un punto noi, fanno un punto loro, insomma all'infinito. Zaytsev è distratto, lo zar di tutte le russie non riesce a ingranare la marcia e a far brillare il suo gioco come sa fare solo lui.
Anche Travica barcolla un po' all'inizio. Sbaglia, si arrabbia, perde la concentrazione.
Tanto che il coach alla fine deve sottolineargli: "Drago a posto, va bene così." (il succo era questo poi che abbia detto ESATTAMENTE così, non ne posso essere certa). Sono tesi e nervosi e tocca a Simone Parodi fare da padrone di casa e far sentire un po' ospitalità maceratese ai tedeschi.
E lo fa, oh se lo fa. In battuta, a muro, in schiacciata, Parodi sembra il signor Wolf di Pulp Fiction, che passando di lì ha sussurrato "Salve, sono Parodi e risolvo problemi. Bisogno di niente?"
Alla fine finisce il primo set con la vittoria della Lube e io sorrido. Beh almeno abbiamo vinto (del resto non è mai capitato anche a voi che pur sapendo in anticipo il risultato della partita si abbia quella sensazione di Oddio e se mi hanno pigliato per il culo? Se questa volta cambia?)
Ma il risultato non cambia.
Al secondo set addirittura l'Unterhaching scompare. Non esiste. E' solo lì per ricevere i palloni della Lube, compiendo poche azioni e mettendo a segno poche palle.
E anche i nostri si rianimano, ritrovano le forze.
Forse tornando in campo avevano ancora sulle spalle la tensione di domenica. Ma si riprendono.
Del resto sono dei guerrieri.
I nostri guerrieri.
Drago si riprende, anche Ivan decide che è il momento di mettere lo sprint e la Lube vola in alto.
Il resto è storia.
No... il resto è sonno.
Lo ammetto, a causa della mancanza di sonno vitale in questi due giorni finito il secondo set mi sono addormentata, svegliandomi poi proprio quando stavano facendo gli ultimi punti.
Ma è stato un pisolino bellissimo, coccolata dai miei giocatori che ci regalavano, anche in fase rem, emozioni meravigliose.
Che dire? Vi adoro!
(Forza Lube e Forza Drago!)

I NOSTRI GUERRIERI:Lo zar di tutte le russie,Ivan Zaytsev

Occhioni azzurri, capelli biondi, 2 metri e 2, pelle quasi diafana e un sorriso che ti fa sciogliere ( e non lo dico a caso, quando lo zar sorride, fa veramente sciogliere tutto e non si può fare a meno di fare ooooooh).
Non ci credete?

Una cresta di capelli biondi che farebbe invidia a chiunque e che a quanto pare gli porta davvero fortuna! (E' nata proprio per questo e sembra che da allora il nostro zar non l'abbia più abbandonata e meno male!) 
Ma non fatevi ingannare dalla natura semiangelica di questo ragazzone: se infatti quando lo sentite parlare vi sembra un enorme orsacchiotto di peluche da abbracciare (guardare per credere)


in campo è un killer, un cecchino, e la sua arma è unicamente la sua schiacciata. 
24 anni, tanta strada ancora da fare, tante cose ancora da imparare, ma di sicuro lo Zar fa già la differenza. 
Perchè passando oltre il suo aspetto fisico (facciamolo per favore, Ivan non è solamente bello, sarebbe riduttivo definirlo così) è un giocatore sul quale possiamo fare affidamento e di cui dobbiamo assolutamente tenere conto per il futuro. 
Già in queste olimpiadi il nostro Zar ha dimostrato quanto vale. 
Se non avete mai visto quest'uomo all'opera vi consiglio di dare uno sguardo a questo video: 

Giusto per farvi un'idea di chi ci troviamo davanti. 
Sangue russo nelle vene (suo padre è Vjačeslav Zajcev ex pallavolista che ha vinto praticamente tutto con la maglia dell'Unione Sovietica, sua madre è un'ex nuotatrice), ma italiano di nascita (la città che può infatti vantarsi di aver dato i natali al nostro zar è Spoleto), Ivan nasce come palleggiatore, cambiando poi ruolo, diventando schiacciatore prima e poi opposto. 
Fermate il vostro cuore, care rappresentanti del genere femminile: oltre a essere un pallavolista eccezionale è anche fidanzatissimo, beata quella santa Ash, e quindi dovrete accontentarvi di tifare per lui sportivamente parlando (come abbiamo fatto tutte). 

Ivan Zaytsev è il motivo per cui mi sono avvicinata alla pallavolo. Lo ammetto. Un pomeriggio di quest'estate, annoiata in montagna, ho deciso di accendere la televisione e ho trovato per caso una partita di pallavolo maschile. 
Alla battuta c'era proprio Ivan Zaytsev. Il resto è storia. L'Italia è arrivata al bronzo, io sono arrivata al tifo estremo per la Lube, e proprio per la Lube guarda caso gioca Zaytsev. 

No no.. So cosa state pensando! Eh ma che tifosa: tu guardi le partite solo per vederti Zaytsev. 
Fidatevi, fosse così, avrei già mollato tutto. 
Ma quando questo orsacchiottone di peluche entra in campo e si prepara al servizio, gli occhi azzurri che brillano, la concentrazione nella testa, le mani che sfiorano il pallone nell'attesa di quel momento, beh se vedrete quello che vedo io capirete cosa vuol dire amare Zaytsev. 
Perchè quando va alla battuta si capisce perfettamente che non è affatto un orsacchiottone (oddio spero che Ivan non legga MAI questo post XD). 
Le legnate che solo Ivan sa lanciare si distinguono da tutte le altre.
Che dire? Vi lascio con una chicca. Una carinissima chicca. 
Almeno a me ha fatto ridere, voi prendetela per quello che è. 



Sempre forza Lube e forza Zar!

I NOSTRI GUERRIERI:Il tredici fortunato, Dragan Travica

(Piccola presentazione: Sono una tifosa della Lube, ho aperto questo blog per la mia squadra del cuore e per i guerrieri che ad ogni partita ci donano tante, tantissime emozioni. GRAZIE RAGAZZI!)



La scena è questa: io sono seduta in poltrona, con il piatto sulle ginocchia e davanti al computer. Sto guardando la partita di andata Lube Macerata - Unterhaching. E' il terzo set e la mia Lube sta vincendo due set a zero. La palla parte, si dirige fuori campo. Alcuni la lascerebbero cadere. Si arrabbierebbero, ma la lascerebbero andare.
Non lui.
Non Dragan Travica, detto Drago, e mica a caso.
Drago parte, si lancia, salta persino le transenne che circondano il campo e salva la palla.
Io da casa, con il piatto sempre sulle ginocchia, rimango ferma, con la forchetta a mezz'aria.
Oh mio Dio.
Cos'ha appena fatto?
Ha salvato la palla. Ha fatto il salto ad ostacoli e ha preso quella CAVOLO DI PALLA!
Non mi sono mai entusiasmata così tanto per il calcio. A dirla tutta, il calcio a me fa proprio schifo. Non ne capisco le regole (devo ancora capire sta storia del fuorigioco), non riesco a guardare una partita per intero e non mi piace. (Sarebbe contento il genitore a sentirmi, proprio lui che ha trascorsi calcistici come portieri, ma che dire, ha fatto due figlie: una ama il calcio e l'altra la pallavolo).
Per non parlare del fatto che i giocatori di calcio se la tirano davvero troppo. Per cosa se la tirano, ancora devo capirlo, ma più che sportivi sembrano modelli. E sono tutti uguali (o quasi): finiscono sui giornali di Gossip, vestono truzzo e si sposano le veline (o le meteorine, o le letterine, o le... non so decidete voi tanto sono tutte uguali).
Invece la pallavolo è anche questo: salvataggi spettacolari, passaggi che a volte neanche lui ha capito come ha fatto, schiacciate impensabili.
Ma mi sto dilungando. Eccolo, vi presento Drago, diciamola bene, Dragan Travica.

Classe 1986, maglia numero 13 (sia alla Lube, sia in nazionale) faccia da bravo ragazzo, di quelli che presentereste subito a mamma e papà, 2 metri di palleggiatore solo per voi. 
Palleggiatore però è riduttivo. 
Devo fare una premessa: ho iniziato a seguire da poco la pallavolo (almeno in modo serio). Se anche voi, come me, nell'insana follia del momento decideste di attaccarvi alla televisione in attesa delle partite, allora sappiate che un palleggiatore non è solo quello che passa la palla a chi schiaccia. NO! 
Il palleggiatore è detto anche regista. Proprio perchè sarà lui a smistare la palla tra gli schiacciatori dirige il gioco, da qui regista, ed è quindi fondamentale. 

Finita la premessa torniamo a parlare di Dragan. 
Solo un giocatore di pallavolo? Direi proprio di no. 
Infatti oltre a essere un bravissimo giocatore (sono di parte? Si, ma resta comunque un bravissimo giocatore) Dragan ci stupisce ogni giorno. 
Se infatti, come me, andate a cercare su youtube il suo nome, troverete il suo canale. I video, purtroppo sono pochi. Ma se amate la pallavolo come me, non potrete fare a meno di guardarveli e riguardarveli, senza smettere di ridere. 
Ci dona infatti squarci di momenti di quotidianità della nostra nazionale di pallavolo e della sua squadra, la Lube. Un esempio? 


Un consiglio? Mettetevi calme in poltrona e fatevi un giro. Se poi non vi bastano, vi consiglio anche il canale di Simone Buti, che ci dona altre perle di rara bellezza come questa: 


Insomma prendete i pop corn e buona visione. 

Pensate che sia finita qui? 
Assolutamente no. Il nostro Drago nazionale infatti scrive anche una rubrica su panorama, La rete del Drago, un blog pallavolistico davvero interessante. (visto che di pallavolo in italia se ne parla sempre pochissimo). 
Ora ho voluto scrivere questo post così, perchè ammiro Drago come giocatore?
No, non solo almeno. Volevo parlare di quanto avvenuto domenica.
Domenica c'è stata LA sfida. 
Trento-Lube. Per chi ama questo sport sa che questo match è un po' come... Inter-Juve. Imperdibile. 
A differenza però del calcio solitamente la partita è sempre stata un esempio di grande sport, dimostrando quanto queste due squadre meritino di stare al top della classifica. 
Domenica non è stato da meno: due set a zero la Lube sembra ormai sconfitta, invece si riprende come una fenice dalle sue stesse ceneri e si prende i due set restanti, forzando il Trento al tie break. Alla fine ha prevalso il Trento. Sono stati bravissimi, tutti quanti, sia quelli del Trento che i nostri Maceratesi (ma del resto con Savani e Kovar infortunati, sarebbe stata dura. 
Quello che mi ha dato fastidio sono stati i tifosi del Trento che hanno pensato bene che mettere striscioni offensivi verso due dei nostri giocatori (Drago e Ivan Zaytsev, di cui parlerò nel prossimo post). 
Ora ho sentito tante versioni: c'è chi dice che non erano offensivi (si certo) c'è chi dice che erano in risposta a  ciò che i nostri due giocatori avevano detto su Juantorena (sapete chi è? ne parlerò prima o poi in maniera più articolata). 
Per me non c'è scusante: nella pallavolo, che si è sempre distinta per civiltà e per tifoserie che non sembrano un aggregato di hooligans pronti a spaccare tutto, questo gesto non mi è piaciuto. 
E ripeterò allo sfinimento che i nostri due ragazzi (perchè ragazzi sono, uno 26 e l'altro 24) sono stati dei signori. Hanno risposto giocando. 
E il giorno dopo è arrivata anche la risposta del Drago, semplice, diretta, da vero signore. 
Avrebbe dovuto essere spettacolo e spettacolo è stato. Trento micidiale all’inizio, poi noi, che risorgiamo come la fenice, infine il tiebreak vinto dai padroni di casa. In campo si è visto grande sport.
Pongo l’attenzione sullo striscione chilometrico esposto al gremito PalaTrento che credo molti abbiano visto. Non lo riporto per intero perché non vorrei commettere errori, non me lo ricordo con precisione, e non voglio nemmeno rispondere. Per ora. Verrà il momento giusto. Però, lascio un piccolo – ma enorme – appunto per chi vuole sapere la verità. Una millimetrica parte della verità. Io non sono stato “naturalizzato nel 2004″, come recitava lo striscione: ho indossato per la prima volta la maglia azzurra nella selezione pre juniores della Nazionale italiana di pallavolo all’età di 15 anni!!! Inoltre,  non ho mai, ripeto mai, avanzato richiesta a chissà quale organo giuridico per diventare cittadino italiano. Sulla questione verrà fatta luce, come dicevo sopra, al momento giusto, se mai ci sarà. Step by step!
L’Italia è un Paese democratico e chiunque ha il diritto di avere un’opinione; secondo me, addirittura, spesso dovrebbe sentirne il dovere! Ovviamente, sempre  espressa con educazione.
Concludo con la cosa più importante: sono fiero della squadra, della Lube e soprattutto del comportamento e della sportività che ha dimostrato in campo… e fuori. Un grande team (e non parlo di chi la domenica indossa maglietta e pantaloncini) si vede soprattutto in queste situazioni e noi, lo dico con grande egoismo, lo siamo.

Questo è il Drago. 
E vedremo davvero il 10 febbraio. Vedremo. 
Intanto stasera dita incrociate, perchè c'è la Champions! 
E sempre forza Dragan!